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Timone a vento: il pilota automatico delle barche a vela

Timone a vento: storia e curiosità

Prima dell’invenzione dei timoni a vento o dei loro precursori, un’imbarcazione aveva costantemente bisogno di un timoniere che la governasse. Poi, con lo sviluppo delle imbarcazioni da guerra e commerciali, si sono messi a punto dei primi meccanismi che non richiedevano più obbligatoriamente la presenza del timoniere per tutto il tempo della navigazione; si trattava di lunghi remi che venivano fissati alla vela principale attraverso delle cime. I primi esemplari di timone a vento sono comparsi alla fine del 1800, grazie alle prime traversate oceaniche dei velisti solitari; il primo a impiegarlo fu Joshua Slocum nel 1898. Grazie a questa innovazioni, le traversate in solitarie erano possibili, perché il velista non era più costretto a pilotare la barca incessantemente.

Nello specifico, il meccanismo utilizzato da Slocum sull’imbarcazione chiamata Spray, collegava il timone alla vela centrale attraverso le scotte, così che la barca potesse mantenere la rotta autonomamente. Fu solo nel 1919 che il timone a vento venne presentato ufficialmente, grazie a un articolo tecnico, pubblicato sulla rivista Yachting Monthly e scritto da Hambley Tregoning; nel testo si spiegava come usare una piccola vela per favorire il governo dell’imbarcazione. Dopo questa presentazione, il primo esemplare venne montato su una barca a motore nel 1936; l’imbarcazione di Marin Marie si chiamava Arielle e doveva fare una traversata sulla tratta New York-Le Havre. In seguito, in molti ne installarono di artigianali sulle loro barche, ma il debutto ufficiale fu solo nel 1960, quando, nella gara OSTAR che partiva da Plymouth e arrivava a Newport, nessuno dei concorrenti ce l’avrebbe fatta senza il timone a vento, montato su tutte le imbarcazioni gareggianti. Sebbene i primi usi riguardano le traversate in solitaria, ora i timoni a vento vengono largamente impiegati anche nelle più tranquille crociere in barca a vela in Croazia o negli altri fantastici mari del Mediterraneo.

Timone a vento: come funziona

Il timone a vento funziona impostando la rotta che si intende percorrere; nei momenti di relax durante le crociere in barca a vela in Croazia o altrove, essa è indispensabile per poter abbandonare la funzione di timoniere. Per impostare la rotta, si lavora sull’orientamento e sul fissaggio della banderuola, in base alla direzione e ai venti che si potrebbero incontrare lungo la rotta. In caso l’imbarcazione stia seguendo la rotta stabilita, la banderuola resta in posizione verticale; in caso di virata, invece, la banderuola si inclina perché il vento fa pressione su uno dei lati. Tali movimenti della banderuola vengono trasmessi al timoncino posto in acqua, che si muove a destra e sinistra e ruota in base alla spinta dell’acqua. A sua volta, tale movimento rotatorio viene trasmesso al timone attraverso un sistema formato, soprattutto, da cime. Grazie al timone a vento, il timone principale corregge la rotta in base alle informazioni ricevute. Ovviamente, non può sempre essere utilizzato questo pilota automatico, ma in alcune occasioni si rivela davvero comodo e utile.

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